Terra e acqua: nell’equilibrio fra questi due elementi, sapientemente preservato e governato Venezia si è sviluppata e ha garantito benessere a chi ha scelto di viverci, nel corso della sua storia millenaria.
Armonia fra classi sociali e genti di diversa provenienza, che in questa città hanno convissuto senza conflitti etnici o di classe grazie a politiche sociali che hanno preceduto di qualche secolo il concetto di “Welfare State”, permettendo a una città Stato di competere ad armi pari con Monarchie e Imperi grazie alla coesione interna e al senso di appartenenza a un destino comune, all’orgoglio di essere veneziani che tuttora accomuna chi vive di qua e di là dal ponte.
“Equilibrio” non significa equilibrismo o cerchiobottismo: laddove l’armonia è stata compromessa o incrinata, una spinta di segno contrario è necessaria per costruire il futuro e ripristinare gli equilibri spezzati. Alcuni dei grandi temi su cui presenteremo proposte realistiche e realizzabili, nel segno della concretezza e dello sviluppo sostenibile riguardano i dualismi tra turismo e residenzialità, traffico acqueo e ambiente, grande distribuzione e commercio di prossimità.
Rispetto alle navi da crociera, la nostra posizione sarà ferma e determinata nell’opporci a qualsiasi forma di sfruttamento incompatibile con il delicato ecosistema della Laguna, anche se questo dovesse comportarne l’allontanamento definitivo. Altrettanto determinati saremo nella difesa del traffico commerciale che vede nel Porto di Venezia una fonte di valore aggiunto e posti di lavoro, di gran lunga superiore a quelli generati dalla crocieristica.
Un Comune composto da realtà territoriali e sociali così diverse fra loro richiede un Sindaco che si occupi a tempo pieno di Venezia, un prosindaco con deleghe vere e non revocabili per la terraferma, il recupero delle forme di decentramento mortificate dal sindaco attualmente in carica.
In caso di vittoria, nei primi 100 giorni presenteremo una proposta organica di riforma dello statuto comunale per conseguire quel risultato sottraendolo alla discrezionalità del sindaco di turno.
Pari dignità va riconosciuta a tutte le articolazioni territoriali, alle persone e alle comunità che vivono in questo territorio sospeso fra terra e acqua. Solidarietà con i più fragili, i diversamente abili, le persone anziane, chi ha perso lavoro o non lo trova.
L’armonia perduta fra ambiente e presenza umana va ritrovata con scelte coraggiose e lungimiranti che facciano emergere il potenziale straordinario di questa città e del suo territorio, da decenni sacrificati a forme di sfruttamento miope e predatorio.
La lezione di questi ultimi mesi è che affidarsi unicamente alla monocultura turistica ci rende fragili e indifesi. La sfida che ci attende nei prossimi anni è ripensare ciò che veniva dato per scontato e non lo è, rendere l’economia e la società cittadina resilienti ai cambiamenti climatici e alle crisi congiunturali, sviluppare e attuare una visione complessiva.
La diversificazione economica sarà una priorità del nostro programma, per sprigionare le energie potenziali di questo Comune in tutte le sue articolazioni territoriali: il polo logistico e post-industriale di Marghera, guardando anche all’esperienza di Amburgo e di altre città-porto europee, il commercio e il terziario avanzato di Mestre, le mille potenzialità di Venezia, della sua Laguna e delle sue isole il cui destino non deve essere quello di museo a cielo aperto o “parco tematico” ma di città viva e abitata.
Revisione della spesa – spending review – nei primi 100 giorni è l’imperativo categorico per porre fine a spese superflue o anacronistiche e a volte clientelari, mettendo in sicurezza il bilancio comunale e liberando risorse per una politica della residenzialità da anni assente, per forme innovative di sostegno all’artigianato, per garantire dignità alla popolazione anziana e diversamente abile.
Una profonda revisione e semplificazione dell’assetto societario delle partecipate è il secondo asse di intervento, che riguarderà la matrioska AVM – Vela – ACTV eliminando sprechi incomprensibili, riducendo le zone d’ombra, garantendo un efficace trasporto pubblico locale e i servizi essenziali correlati.
Nella presenza stabile di residenti, le attività economiche devono poter trovare il punto di pareggio o linea di galleggiamento che permette di sopravvivere a nuove o vecchie turbolenze come una pandemia o una crisi internazionale. In una economia veramente diversificata, i nostri figli troveranno le opportunità di lavoro che attualmente sono costretti a cercare altrove.
Cultura, commercio e artigianato verranno affidate a persone qualificate che abbiano le capacità di ridare a queste due fonti di ricchezza (materiale e spirituale) il ruolo che hanno sempre avuto a Venezia. La residenzialità sarà un punto cardine del nostro programma di governo.
Il benessere a cui aspiriamo non è soltanto economico: riguarda anche la salute e la qualità della vita, compromesse da un modello di sviluppo ad alta intensità e basso valore aggiunto che è l’antitesi della sostenibilità. Se non abbiamo rispetto per noi stessi e per il patrimonio straordinario di cui siamo i custodi, come possiamo pretenderlo dagli altri, turisti o speculatori che siano?
Per garantire un benessere duraturo e sostenibile, il turismo da richiamare in città è quello ad alto valore aggiunto e non quello di massa: è il turismo pernottante attento alla Cultura, all’ambiente e all’artigianato locale, non quello di giornata che scende per un paio d’ore dai lancioni gran turismo; è quello che produce gettito con l’imposta di soggiorno e non quello che alla Città sottrae serenità e spazi vitali senza lasciare nulla in cambio, se non inquinamento e rifiuti da smaltire.
Lo sviluppo sostenibile e il contrasto ai cambiamenti climatici non sono un’opzione tra le altre ma un preciso impegno etico verso i nostri cittadini, in Europa e nel mondo, un impegno di responsabilità verso le prossime generazioni che sarà elemento distintivo per rendere la città attrattiva di persone, di giovani, di imprese e Istituzioni.
Nei secoli bui erano tutti convinti che fosse il sole a ruotare intorno alla terra, e chi affermava il contrario rischiava il rogo, fino al momento in cui Galilei e Copernico dimostrarono il contrario.
La crisi in corso ha aperto gli occhi a tutti, e suggerisce un’analoga rivoluzione copernicana: non è la città che deve ruotare intorno al turismo di massa, al punto di perdere l’anima in un patto faustiano, ma è il turismo che deve ruotare intorno alla città e ai suoi abitanti, adattandosi agli spazi finiti e non infiniti in cui si muove. Sono le navi che devono adattarsi alla Laguna e non la Laguna che deve piegarsi al gigantismo navale.
Cultura, attività creative e artigianato locale creano ricchezza e posti di lavoro e sono, insieme con l’istruzione, la formazione e la ricerca, le risorse strategiche su cui puntare; Venezia ha la capacità di attirare investimenti che non siano di natura puramente speculativa, ma relazionati alla cultura e all’ambiente. L’Arsenale va “restituito” alla città e diventare luogo di attività e creatività; questa struttura urbana straordinaria non può certo continuare a essere soltanto “location” per qualche saltuaria festa privata gestita da Vela in modo opaco, inefficiente e indegno della vocazione di quello che era stato il cuore produttivo di Venezia.
Scopri le idee e le proposte di Terra e Acqua 2020 per il futuro di Venezia, Mestre e Marghera.
Terra e Acqua 2020 © Tutti i diritti riservati. Sito Web ufficiale del Gruppo Consiliare Terra e Acqua 2020.
C.F. 94098490272
Seguici sui nostri canali social:
Il Gruppo consiliare di Terra e Acqua 2020 Venezia e Mestre, 9/11/2020